Manjushri è una figura centrale nel buddismo Mahāyāna, conosciuto come il Bodhisattva della saggezza suprema. Il suo nome, che può essere tradotto come “Nobile Signore Gentile”, riflette la sua connessione con la saggezza interiore e la chiarezza della comprensione. Manjushri è spesso raffigurato con una spada in una mano e un libro nell’altra, simboli della sua capacità di tagliare l’ignoranza e di diffondere la luce della conoscenza.
Nella tradizione buddista, Manjushri è associato al monte Wutai in Cina, che è considerato uno dei quattro monti sacri del buddismo cinese. Questo luogo è un centro di pellegrinaggio per i devoti che desiderano sviluppare la loro saggezza e comprendere meglio i sutra e gli insegnamenti buddhisti.
Le sue rappresentazioni artistiche lo mostrano spesso seduto su un leone o accanto a uno, simbolo della fermezza e della forza necessarie per mantenere la saggezza nel mezzo delle difficoltà della vita. La spada di Manjushri non solo taglia l’ignoranza, ma è anche un promemoria della capacità penetrante della saggezza, che può disperdere l’oscurità del dubbio e dell’incertezza.
Manjushri è venerato in molti paesi del buddismo Mahāyāna, inclusi il Tibet, la Cina, il Giappone e la Corea. La sua figura è centrale non solo nelle pratiche religiose, ma anche nella letteratura e nell’arte, dove è frequentemente invocato nei testi sacri e nei rituali come protettore della dottrina buddista e come guida per coloro che cercano il sentiero della realizzazione spirituale.
La pratica devota verso Manjushri include la recitazione di mantra specifici, meditazioni focalizzate sulla sviluppo della saggezza, e lo studio approfondito dei sutra buddhisti. Queste pratiche sono intese a purificare la mente e a sviluppare le qualità di chiarezza, profondità e comprensione necessarie per navigare la complessità della vita e per raggiungere l’illuminazione.